Mirco Marchelli

Nuove consonanze

viewing room estate 2020

Nel ritmo degli spazi domestici, tra un'anta di uno scaffale e il vuoto della scala, le ombre accennano figure e danno forma al vuoto, all'intervallo che li separa, in un'alternanza ritmica, potremmo dire musicale.

Che ornamento e musica viaggino spesso per mano è cosa nota, esistono meccanismi condivisi, la ripetizione, la variazione sono probabilmente i più evidenti.

La casa è la cassa di risonanza da cui iniziano a germogliare forme e ripetizioni mai del tutto uguali che avvengono con il passaggio del tempo e della luce. Mentre il metronomo batte il suo tempo sembra che esista una segreta intenzione in quello spazio domestico di avvicinarci alla pittura e alle sue forme. Non sono le assonanze immediate pur piene di armonie velatamente asincrone, ma quell' incertezza della forma a suggerire, usando le parole di Bonnefoy, il potere di “acquietamento” e “di vertigine”.

È nel tempo e nella contemplazione del suo spazio che si crea un dialogo costante con la forma e il colore.

“In fondo sì, ho cercato di riuscir a far qualcosa che viva da solo, che si presenti sulla scena, delle mostre, della vita, anche senza di me. Che mi permetta di esibirmi senza farmi più vedere. Far procedere questi lavori al posto mio. Così tu puoi anche sparire”.

Un istrione: che poi si scopre troppo timido. Ha lavorato molti anni nel mondo della musica, è uscito ogni volta, sulle scene, per accompagnare Paolo Conte, ma adesso ha deciso di lasciar riposare i suoni. Di far andare in pensione la sua timidezza, quanto mai esibizionistica.

(Marco Vallora, “Mirco Marchelli. Acqua calda acqua fredda”, Studio la Città, Verona, 2003)

Mirco Marchelli

Un'eco di fiori, 2020

tecnica mista

cm 68,5x25,5x4

Mirco Marchelli

Un'eco di fiori, 2020

tecnica mista

cm 25x34x3

Mirco Marchelli

Un'eco di fiori, 2020

tecnica mista

cm 34x25x2

Mirco Marchelli

Un'eco di fiori, 2020

tecnica mista

cm 135x135

Mirco Marchelli

Giardino gaudente, 2020

tecnica mista

cm 39x32x4,5

Mirco Marchelli

Giardino gaudente, 2020

tecnica mista

cm 42x25x5,5

"Marchelli non si muove con atteggiamento di bricoleur, bensì di chef fantasioso: non si contenta di accostare, di assemblare, di montare, ma immancabilmente sottopone i suoi ingredienti a processi che ne mutano i connotati: miscela, cuoce, filtra, stempera, e poi spennella e guarnisce."

Paolo Bolpagni in "Mirco Marchelli. Scena muta per nuvole basse", Palazzo Fortuny, Venezia 2013

Mirco Marchelli

Fior fiore, 2020

tecnica mista

cm 40,5x30x2

Mirco Marchelli

Giardino gaudente, 2020

tecnica mista

cm 39x33x5

Mirco Marchelli

Fior fiore, 2020

tecnica mista

cm 49x45x2

Leggerissimo e soave, composizione di Mirco Marchelli, Raffaele Ottonello al violoncello.

La composizione prende spunto dalla sonata in La+, K208 L238, di Domenico Scarlatti.

Registrato presso gli studi SMC Records di Ivrea nell'agosto 2013 in occasione della mostra "Ballabili miniati" alla Cardelli e Fontana, settembre 2013.

Mirco Marchelli

Voce in capitolo, 2020

tecnica mista

cm 51,5x70x4

Mirco Marchelli

Un'eco di fiori, 2020

tecnica mista

cm 48x68x4

Mirco Marchelli "Giocattoli", per Toy Piano<br />dalla Sinfonia dei giocattoli di Leopold Mozart<br />Toy Piano - Laura Lanzetti<br />registrazione presso gli studi SMC Records Ivrea, maggio 2017

composizione di Mirco Marchelli Giocattoli, per Toy Piano

dalla Sinfonia dei giocattoli di Leopold Mozart

Toy Piano - Laura Lanzetti

registrazione presso gli studi SMC Records Ivrea, maggio 2017 in occasione della personale "Giocattoli" alla Cardelli & Fontana, giugno 2017

Mirco Marchelli

Paesaggio mimato, 2020

tecnica mista

cm 30x20x5

Mirco Marchelli

Voce in capitolo, 2019

tecnica mista

cm 154x103x5

Mirco Marchelli

Per simpatia, 2020

tecnica mista

cm 74x48x4

Sfidare l’ovvio è un’ulteriore prerogativa di Marchelli, sia nella musica sia nelle arti visive (ma ormai si sarà intuìto quanto la separazione di queste due aree della sua operatività sia artificiosa), e lo notiamo chiaramente persino nei titoli da lui scelti, che spesso innescano cortocircuiti concettuali, o si prestano a un’interpretazione ambivalente.

Paolo Bolpagni in "Mirco Marchelli. Scena muta per nuvole basse", Palazzo Fortuny, Venezia 2013