Per la quinta mostra personale in galleria, Fabrizio Prevedello presenta un corpo di opere inedite che, estendendo l'abituale approccio dell'artista, pongono alcune riflessioni sulla scultura e sui modi in cui viene realizzata.
Per Classica, questo il titolo della mostra, Prevedello ha infatti introdotto nel proprio repertorio una dimensione marcatamente performativa: alcune delle opere presentate sono il frutto di una "danza" che l'artista ha compiuto abbracciando una scultura-compasso e solcando con i propri passi delle superfici in bitume.
Al centro di tutto ruota una scultura simile a un grande compasso grigio; la forma e i materiali di cui è fatta sono senza dubbio in linea con la poetica dell’artista, un impasto di grazia e ruvidezza, istinto e controllo. All’estremità, al posto di ipotetiche mine in grafite, Prevedello ha innestato delle parti in gesso: proprio come delle matite, queste estensioni della scultura – oltre a farla stare in piedi – sono capaci di lasciare delle tracce, di scrivere. Non so bene in che modo l’artista sia approdato a questa felice scoperta, se per caso (magari trascinando il compasso nello studio) o attraverso un tentativo mirato. Sta di fatto che se n’è servito per solcare delle superfici in bitume precedentemente collocate a terra: segni bianchi su fondo nero, frutto di rotazioni generate dall’abbraccio tra artista e scultura e dai passi di danza compiuti in questo corpo a corpo inusuale.
La prima di queste opere si para di fronte al visitatore all’ingresso dello spazio espositivo, voltandogli le spalle, quasi come un sipario da oltrepassare. La stanza iniziale, che si rivela una volta superata questa soglia, è dedicata a quella che per Prevedello ha tutta l’aria di essere una scoperta: una coppia di sculture-disegno che nasce da un atto performativo, da un rapporto carnale e insieme romantico con l’opera.
Fabrizio Prevedello
Senza titolo (342 III), 2024
bitume, gesso, legno, acciaio
cm 214x111x51
Fabrizio Prevedello
Luogo (383), 2024
onice, marmo, alluminio, acciaio
cm 35,5x22,5x15,5
Fabrizio Prevedello
Senza titolo (286), 2024
cemento armato, marmo, gesso, acciaio
cm 136x114,5x91,5
[...] ho la sensazione che Prevedello, con la sua danza, abbia voluto dare mobilità a una scultura in tutto e per tutto stabile; che abbia desiderato animarla, registrando le conseguenze di quest’azione che ci fa percepire, insieme, fatica e libertà, calcolo e improvvisazione.
Fabrizio Prevedello
Senza titolo (342), 2024
bitume, gesso, legno, acciaio
cm 213x110x51
Fabrizio Prevedello
Senza titolo (342 II), 2024
bitume, gesso, legno, acciaio
cm 212,5x112,5x51,5 (montata su staffa: cm 233,5x112,5x72)
Fabrizio Prevedello
Senza titolo (369), 2024
cemento armato, vetro, acciaio, marmo, gomma
cm 66x47x18,5
La mostra (...) trova una propria punteggiatura grazie alla presenza di sculture di medio formato, decisamente più “classiche” rispetto al repertorio dell’artista. Sono le sculture a parete che l’artista realizza da alcuni anni, accostando materiali eterogenei tra loro, tutti accomunati dall’essere stati prelevati da Prevedello nel corso di passeggiate in montagna, sopralluoghi nei boschi e incursioni tra i residui (pieni di grazia) di marmo e onice, o scampoli di vetro reperiti nei pressi dei tanti capannoni della zona.
Non è chiaro quale sia il medium a prendere il sopravvento tra quelli che si incrociano in questa nuova serie di lavori: performance, scultura, disegno e fotografia concorrono nel definire una nuova regola nella grammatica di Prevedello, entrando in frizione tra loro e generando delle felici contraddizioni. Le opere sono animate da densità e leggerezza, agonismo e spensieratezza, lotta e danza, concretezza e astrazione, staticità e movimento, oscurità e luce.
Fabrizio Prevedello
Tracciatura di petali (379), 2024
stampa fotografica, acciaio, vetro, gomma
esemplari 1/3
cm 36x48x4,5
(fotografie di Nico Covre)
Fabrizio Prevedello
Fiore (199), 2017/2024
gesso, acciaio
cm 107x39,5x35,5
Fabrizio Prevedello
Senza titolo (377), 2024
cemento armato, vetro, acciaio, marmo, gomma
cm 83x54x22,5